Abstract
Iricorrenti allarmi sui cambiamenti climatici portano, ormai da qualche tempo, al ricorso ormai praticamente sistematico delle fonti energetiche rinnovabili. Autorevoli documenti, come ad esempio il Libro Bianco sulle energie rinnovabili dell’Unione Europea e il Protocollo di Kyoto, uniti al prezzo elevato del petrolio, spingono nella medesima direzione, con un’attenzione particolare agli impieghi sostenibili di biomassa. In tal senso, i residui di potatura di vigneti, frutteti, oliveti, ecc. costituiscono una risorsa molto interessante, perché assicurano un approvvigionamento ingente e costante, trasfomando uno scarto (con i relativi costi di smaltimento) in un sottoprodotto, che rappresenta una voce di ricavo e non di spesa. In particolare, i residui di potatura dell’olivo sono una risorsa ingente, in considerazione della notevole superfi cie messa a coltura in Italia. Da una pianta di olivo adulto, vengono in media ricavati (di solito tra gennaio ed aprile) da 7 a 15 kg di ramaglia, in funzione della struttura e della dimensione degli alberi. A seconda della varietà, dei parametri ambientali e del livello di specializzazione dell’impianto, le potature vengono praticate annualmente oppure più di rado, con intervalli fi no a 3-4 ann